La sifilide è una malattia trasmessa generalmente con il sesso e causata da un batterio, il Treponema pallidum. L’infezione può anche passare dalla madre al bambino durante la gravidanza (o sifilide congenita).
Dopo un periodo di 3 settimane senza sintomi, compare la lesione caratteristica della prima fase della malattia, ovvero il sifiloma. Si tratta di una singola ferita sopraelevata e non dolente nel sito di ingresso del Treponema (pene, vagina, ano, bocca). Spesso si accompagna a interessamento dei linfonodi della regione, che appaiono di dimensioni aumentate e non dolenti. Il sifiloma persiste per circa 2-6 settimane prima di risolversi. Dopo un periodo di benessere di circa due mesi, inizia la seconda fase della malattia. Essa si caratterizza per la comparsa di macchie rossastre sulla pelle, febbre, linfonodi aumentati di volume. Dopo 2-6 settimane di malattia secondaria, inizia una nuova fase senza sintomi che può durare diversi anni. In un caso su tre, anche a distanza di decenni dall’infezione iniziale, si ha la malattia terziaria: compaiono lesioni, denominate “gomme”, che possono interessare qualsiasi organo, soprattutto la pelle, i muscoli e lo scheletro. Nella sifilide terziaria, si hanno complicanze di vasi sanguigni (aortite), cuore (insufficienza delle valvole) e neurologiche (meningite).
Una misura di prevenzione efficace è l’uso di preservativi in lattice durante il sesso. È importante che tutte le donne in gravidanza verifichino l’assenza di una infezione da Treponema attraverso gli esami del sangue, per le possibili gravi conseguenze al bambino.
In presenza di una ferita della pelle con caratteristiche sospette e comparsa dopo un rapporto sessuale non protetto a livello del pene o della vagina, si raccomanda di recarsi dal proprio medico curante. La terapia della sifilide è rappresentata dall’uso di antibiotici.
È possibile ottenere maggiori informazioni consultando i seguenti siti istituzionali:
