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È una malattia dovuta ad una pressione del sangue superiore ai valori considerati normali. I valori da prendere in considerazione sono due: la pressione minima (detta anche diastolica) e la pressione massima (detta anche sistolica). La prima ha solitamente un valore normale compreso tra 60 e 79 mmHg (millimetri di Mercurio), mentre la seconda tra 90 e 119 mmHg. Di conseguenza, si parla di ipertensione arteriosa nel caso di valori di pressione massima maggiori o uguali a 140 mmHg e valori di pressione minima uguali o superiori a 90 mmHg.

Ci sono due tipi di ipertensione arteriosa: l’ipertensione primaria o “essenziale”, tipica dell’età adulta e senza una particolare causa riconoscibile, e la forma secondaria ad una malattia sottostante, come ad esempio malattie della tiroide o del rene, farmaci, o sostanze d’abuso, come cocaina ed anfetamine.

Una pressione troppo alta sottopone i vasi sanguigni a uno stress eccessivo. Infatti, ad ogni battito cardiaco, il cuore pompa nelle arterie sangue che esercita una pressione contro la parete dei vasi. Maggiore sarà la pressione, maggiore sarà la forza esercitata sulla parete dei vasi. Inoltre, quando la pressione è alta, il cuore deve lavorare più intensamente per poter pompare il sangue in tutto l’organismo. Per questi motivi, l’ipertensione arteriosa può causare infarto, aumento di dimensione del muscolo cardiaco (ipertrofia) o incapacità del cuore di esercitare le sue funzioni (scompenso cardiaco). In quest’ultimo caso, il cuore non riesce più a pompare il sangue in tutto il corpo e si va incontro ad affaticamento, problemi respiratori, difficoltà di concentrazione e accumulo di liquidi a livello di gambe, polmoni e diversi organi, evento che può essere molto pericoloso per la salute. Anche i vasi sanguigni sono danneggiati da valori di pressione aumentati: possono infatti formarsi anomalie della loro forma (o aneurismi) o la parete dei vasi può diventare fragile e quindi più a rischio di rottura con conseguente emorragia, molto pericolosa soprattutto nel caso interessi un vaso del cervello (ictus ischemico). Infine, la pressione arteriosa aumentata può aumentare il rischio di insufficienza renale e può danneggiare gli occhi fino alla cecità.

La maggior parte delle persone, anche se raggiunge valori di pressione elevati, non manifesta nessun disturbo. In una minoranza di casi, si possono osservare mal di testa, senso di fame d’aria o perdite di sangue dal naso.

La lotta all’ipertensione passa attraverso l’alimentazione:

  1. Ridurre l’apporto di sodio

Il sodio, presente nel comune sale da cucina e in alcuni alimenti come ad esempio i formaggi, non dovrebbe essere assunto in dosi superiori ai 2 grammi al giorno (un cucchiaino da caffè).

  1. Seguire una dieta nutriente

Avere un’alimentazione ricca di frutta, verdura e alimenti a basso contenuto di grassi, che includa cereali soprattutto integrali, pesce e frutta a guscio e limiti il consumo di carni grasse, dolci e bevande zuccherate può aiutare ad abbassare la pressione.

  1. Evitare le abitudini di vita sbagliate

È fortemente raccomandato smettere di fumare e di bere in modo eccessivo, ovvero non superare le 2 unità alcoliche al giorno per gli uomini e la singola unità alcolica per le donne (una unità alcolica corrisponde ad un bicchiere piccolo di vino o ad una lattina di birra da 33 cl o un bicchierino di superalcolico).

  1. Svolgere esercizio fisico

Effettuare regolarmente attività fisica come, ad esempio, camminate di almeno un’ora o una corsa di più di 30 min per almeno due volte a settimana.

Quando le misurazioni di pressione arteriosa sono preoccupanti, è fondamentale affidarsi ai consigli di un medico e seguire scrupolosamente le sue indicazioni.

È possibile ottenere maggiori informazioni consultando i seguenti siti istituzionali:

  1. https://www.salute.gov.it/portale/home.html
  2. www.issalute.it
  3. https://www.epicentro.iss.it/
  4. Ministero della Salute, “Linee guida per la prevenzione dell’aterosclerosi.” Settembre 2004

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